Disclaimer: la letteratura attuale ha grandi limitazioni poiché tutti gli studi sono condotti su piccoli campioni omogenei di donne, riducendosi alla valutazione della femminilità e della masculinità in un’ottica cisgender normativa.
Nella definizione di "donne” si comprendono le persone che hanno ricevuto tale designazione di identità alla nascita, in conformità ai genitali femminili.
In realtà, non tutte le donne hanno un corpo biologicamente femminile, come nel caso dei soggetti transessuali: è possibile affermare che l’immagine corporea e la conseguente esperienza di femminilità possono svilupparsi indipendentemente dal corpo biologico. Inoltre, la valutazione dei sintomi è spesso su base auto-referenziale, con possibilità di pregiudizi, disagi o bias di memoria.
La sessualità costituisce un costrutto multidimensionale che coinvolge più che la sola attività sessuale; si tratta anche di una connessione fra la propria vita psicica e affettiva, tra relazioni, sentimenti, fantasie e desideri.
Il modo in cui la persona percepisce se stessa, quindi, influisce notevolmente sull’apertura all’intimità, al funzionamento sessuale, alle relazioni sociali e romantiche.
La distorsione dell’immagine e della percezione corporea è uno degli aspetti maggiormente presenti nei disturbi alimentari. Come risaputo, la stragrande maggioranza dei disturbi alimentari (ma attenzione, non sempre è così!) si sviluppa tra l’adolescenza e la giovane età adulta, fasi in cui tipicamente vengono esplorate la sessualità e il proprio corpo sotto ottiche diverse. Mostrando prevalentemente donne magre, bianche, cis, etero, la società occidentale promuove un’ideale di bellezza e un’immagine di riferimento che porta la maggior parte dei soggetti a vergognarsi del proprio corpo, sviluppando un’insoddisfazione che inevitabilmente si riversa anche in ambito sessuale. La femminilità tradizionale (normativa), è considerata un fattore di rischio a causa degli sforzi delle donne per inserirsi in uno stereotipo femminile culturalmente imposto, che propone magrezza e bellezza come sinonimo di successo nella vita.
I disturbi alimentari possono avere un forte impatto negativo sul funzionamento sessuale fisiologico soprattutto nelle donne (o AFAB) affette da anoressia nervosa, in cui può verificarsi con maggiore facilità una riduzione o una perdita della libido (piacere sessuale) a causa della malnutrizione per difetto, oltre a difficoltà nel raggiungere l’orgasmo durante il rapporto.
Sono frequenti anche sintomi di vaginismo (costrizione vaginale involontaria, molto dolorosa) e bassi livelli di lubrificazione. Nei soggetti con AN si presentano tipicamente anche livelli più alti di ansia sessuale, accompagnati da sentimenti di inferiorità, paura di deludere il partner e di non essere sufficientemente attraente.
Lo stress può manifestarsi anche a livello somatico, es. con la sensazione di insetti che strisciano sulla pelle durante un bacio.
I soggetti con BN o BED, invece, possono vivere momenti di impulsività sessuale, caratterizzati dalla tendenza di avere rapporti ad età precoci, con sconosciuti, non protetti, anche se generalmente l’interesse è molto basso e le relazioni sono instabili, prive di intimità.
Inoltre, le donne con disturbi alimentari riferiscono una frequenza più bassa di masturbazione rispetto alle donne sane, probabilmente a causa della grave insoddisfazione corporea. La letteratura suggerisce che i soggetti con AN possono astenersi dall’atto della masturbazione perché tendono a negarsi qualsiasi forma di piacere per autopunirsi.
A seguito di tutte queste condizioni problematiche il sesso non potrà essere un’ esperienza piacevole e per questo, spesso, evitata; sentimenti molto frequenti relativi a questo ambito sono un calo dell’umore, rabbia e disillusione. Spesso, il recupero del peso nei soggetti con AN aumenta il desiderio sessuale, ma non risolve i sentimenti di vergogna, insoddisfazione del proprio corpo e gli atteggiamenti negativi rivolti al sesso che rendono il quadro più complesso. Parlare e affrontare questa tematica è funzionale per un pieno recupero della fiducia in se stessa, negli altri, nelle relazioni e nella possibilità di provare piacere. Anche se la letteratura ha ampiamente riconosciuto l’influenza dell’immagine corporea sulla sessualità, queste variabili rimangono vagamente studiate nel campo dei disturbi alimentari e approfondite solo in caso di pregresso trauma o abuso. Sarebbe importante che tutti gli interventi mirati alla prevenzione dei disturbi alimentari e i protocolli di trattamenti trattassero in maniera più approfondita anche l’esperienza della femminilità e la percezione del ruolo di genere, fortemente in relazione con i principali sintomi (insoddisfazione del corpo, impulso e ricerca della magrezza).
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